Le lingue utopiche

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Caterina Marrone
Le lingue utopiche

Cos’è una lingua utopica? Si tratta di quelle lingue inventate che accompagnano, sulla scia dell’Utopia di Tommaso Moro del 1516, le descrizioni filosofiche e letterarie di mondi ideali o fantastici. Sono così lingue utopiche il seleniano ideato da Cyrano de Bergerac nel suo Stati e Imperi della Luna, la lingua dei megamicri di Giacomo Casanova e quella dei lillipuziani nei Viaggi di Gulliver di Jonathan Swift, fino alla lingua degli alieni klingon del ciclo di Star Trek. Se i mondi ideati presentano invece caratteristiche negative, prefigurazioni di incubi a venire, essi vengono chiamati “distopie”: abbiamo così la neolingua del 1984 di George Orwell.
L’autrice conduce il lettore in un suggestivo viaggio attraverso l’immaginario linguistico, ricostruendo i modelli di riferimento delle lingue artificiali e mettendone in luce i procedimenti costruttivi.
Linguistica e semiotica escono dai loro confini specialistici per raccontare in che modo le aspirazioni e le paure rappresentate dai mondi fantastici si riflettano nelle lingue che li abitano.

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Caterina Marrone, docente senior di Filosofia e studiosa del testo letterario e figurativo, ha insegnato all’Universidad Complutense de Madrid (Spagna) e all’Università La Sapienza di Roma. Ha pubblicato saggi e articoli in riviste nazionali e internazionali. Ha scritto le monografie I geroglifici fantastici di Athanasius Kircher (2002), Le lingue utopiche (2004) e I segni dell’inganno (2010), con la quale ha vinto nel 2011 il Premio Castiglioncello Comunicazione. Ha collaborato con altri autori per i volumi Il segreto della scrittura nell’Annunciazione di Leonardo da Vinci (2020) e La tradizione dei Maestri costruttori. Graal il codice matematico dei Maestri Villard, Libergier, Al-Biruni (2022).

340 pagine
148 x 210 mm
ISBN 978-88-97824-16-9
Prima edizione 2004
Ristampa 2024

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Caterina Marrone
Le lingue utopiche

Cos’è una lingua utopica? Si tratta di quelle lingue inventate che accompagnano, sulla scia dell’Utopia di Tommaso Moro del 1516, le descrizioni filosofiche e letterarie di mondi ideali o fantastici. Sono così lingue utopiche il seleniano ideato da Cyrano de Bergerac nel suo Stati e Imperi della Luna, la lingua dei megamicri di Giacomo Casanova e quella dei lillipuziani nei Viaggi di Gulliver di Jonathan Swift, fino alla lingua degli alieni klingon del ciclo di Star Trek. Se i mondi ideati presentano invece caratteristiche negative, prefigurazioni di incubi a venire, essi vengono chiamati “distopie”: abbiamo così la neolingua del 1984 di George Orwell.
L’autrice conduce il lettore in un suggestivo viaggio attraverso l’immaginario linguistico, ricostruendo i modelli di riferimento delle lingue artificiali e mettendone in luce i procedimenti costruttivi.
Linguistica e semiotica escono dai loro confini specialistici per raccontare in che modo le aspirazioni e le paure rappresentate dai mondi fantastici si riflettano nelle lingue che li abitano.

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Caterina Marrone, docente senior di Filosofia e studiosa del testo letterario e figurativo, ha insegnato all’Universidad Complutense de Madrid (Spagna) e all’Università La Sapienza di Roma. Ha pubblicato saggi e articoli in riviste nazionali e internazionali. Ha scritto le monografie I geroglifici fantastici di Athanasius Kircher (2002), Le lingue utopiche (2004) e I segni dell’inganno (2010), con la quale ha vinto nel 2011 il Premio Castiglioncello Comunicazione. Ha collaborato con altri autori per i volumi Il segreto della scrittura nell’Annunciazione di Leonardo da Vinci (2020) e La tradizione dei Maestri costruttori. Graal il codice matematico dei Maestri Villard, Libergier, Al-Biruni (2022).

340 pagine
148 x 210 mm
ISBN 978-88-97824-16-9
Prima edizione 2004
Ristampa 2024

Caterina Marrone
Le lingue utopiche

Cos’è una lingua utopica? Si tratta di quelle lingue inventate che accompagnano, sulla scia dell’Utopia di Tommaso Moro del 1516, le descrizioni filosofiche e letterarie di mondi ideali o fantastici. Sono così lingue utopiche il seleniano ideato da Cyrano de Bergerac nel suo Stati e Imperi della Luna, la lingua dei megamicri di Giacomo Casanova e quella dei lillipuziani nei Viaggi di Gulliver di Jonathan Swift, fino alla lingua degli alieni klingon del ciclo di Star Trek. Se i mondi ideati presentano invece caratteristiche negative, prefigurazioni di incubi a venire, essi vengono chiamati “distopie”: abbiamo così la neolingua del 1984 di George Orwell.
L’autrice conduce il lettore in un suggestivo viaggio attraverso l’immaginario linguistico, ricostruendo i modelli di riferimento delle lingue artificiali e mettendone in luce i procedimenti costruttivi.
Linguistica e semiotica escono dai loro confini specialistici per raccontare in che modo le aspirazioni e le paure rappresentate dai mondi fantastici si riflettano nelle lingue che li abitano.

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Caterina Marrone, docente senior di Filosofia e studiosa del testo letterario e figurativo, ha insegnato all’Universidad Complutense de Madrid (Spagna) e all’Università La Sapienza di Roma. Ha pubblicato saggi e articoli in riviste nazionali e internazionali. Ha scritto le monografie I geroglifici fantastici di Athanasius Kircher (2002), Le lingue utopiche (2004) e I segni dell’inganno (2010), con la quale ha vinto nel 2011 il Premio Castiglioncello Comunicazione. Ha collaborato con altri autori per i volumi Il segreto della scrittura nell’Annunciazione di Leonardo da Vinci (2020) e La tradizione dei Maestri costruttori. Graal il codice matematico dei Maestri Villard, Libergier, Al-Biruni (2022).

340 pagine
148 x 210 mm
ISBN 978-88-97824-16-9
Prima edizione 2004
Ristampa 2024